sexta-feira, 18 de julho de 2008

Clodovis e Leonardo Boff, fratelli separati di Sandro Magister

Chiesa, segunda-feira, 14 de julho de 2008

Roma — Il primo colpo è di alcuni mesi fa. Ed è un articolo pubblicato su una rivista teologica del Brasile da una celebrità della teologia latinoamericana: Clodovis Boff.
Ma è il secondo colpo che è rimbombato di più. Ed è l’aspra replica all’articolo di Clodovis Boff scritta dall’ancor più celebre suo fratello: Leonardo.
Le vie dei due fratelli si sono separate e scontrate proprio su ciò che prima le teneva unite: la teologia della liberazione.
Col suo saggio pubblicato lo scorso autunno sulla Revista Eclesiástica Brasileira (curata dai francescani del Brasile e diretta dal 1972 al 1986 proprio da suo fratello Leonardo), Clodovis Boff ha rotto con questa corrente teologica, o meglio, con “l’errore di principio” su cui a suo giudizio si fonda.
Leonardo Boff si autodefinisce oggi theologus peregrinus, senza fissa dimora. È stato estromesso dall’insegnamento nelle facoltà di teologia cattoliche da una sentenza del 1985 della congregazione per la dottrina della fede, causata principalmente dal suo libro Chiesa: carisma e potere. Saggio di ecclesiologia militante. Ha lasciato l’abito francescano e si è sposato. Vive a Petrópolis, nello stato di Rio de Janeiro.
Clodovis Boff appartiene invece tuttora ai Servi di Maria. Vive a Curitiba, nello stato del Paraná, e insegna nella Pontificia Università Cattolica della città. Non è stato mai processato dalla congregazione per la dottrina della fede, ma negli anni Ottanta perse la cattedra nella Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro e gli fu impedito di insegnare al Marianum, la facoltà teologica del suo ordine, a Roma.
Il fratello Leonardo lo ricorda così, negli anni in cui era fervido fautore della teologia della liberazione: “Passava metà dell’anno tra le comunità di base, offrendo corsi popolari, scendendo e risalendo i fiumi per visitare i popoli della foresta, e dedicava l’altra metà dell’anno all’insegnamento e alla produzione teorica nell’università di Rio”.
Oggi invece, sempre a giudizio di Leonardo, Clodovis è passato anima e corpo a sostenere “con ottimismo ingenuo ed entusiasmo giovanile” la linea dettata dai vescovi latinoamericani nella loro conferenza continentale tenuta in Brasile ad Aparecida, nel maggio del 2007, e inaugurata da Benedetto XVI in persona.
Curiosamente, proprio colui che subentrò a Clodovis Boff sulla cattedra di teologia a Rio, l’italiano Filippo Santoro, oggi vescovo di Petrópolis e appartenente a Comunione e Liberazione, è lo stesso che ha più ispirato e seguito la sua “conversione”, durata qualche anno e infine sfociata nel saggio pubblicato sulla Revista Eclesiástica Brasileira.
A Roma, il quotidiano della conferenza episcopale italiana Avvenire ha dato la notizia dello scontro tra i due celebri fratelli in una breve nota, a fine giugno. Ma è stata soprattutto l’agenzia cattolica progressista Adista a dare rilievo alla cosa, in ripetuti servizi.

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